Mondiali 2014 Italia, si dimettono Abete e Prandelli

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samp82
view post Posted on 25/6/2014, 15:07




Mondiali 2014 Italia, si dimettono Abete e Prandelli

Il ct azzurro: «Se ho sbagliato, me ne prendo la responsabilità». Il presidente FIGC: «Convocheremo il Consiglio Federale, spero che ci ripensi ma porterò anche le mie dimissioni in riunione, irrevocabili»



NATAL - «Rassegno le mie dimissioni, sono responsabile del progetto tecnico che non ha funzionato e dunque ho annunciato al presidente Figc Abete e a Demetrio Albertini la mia decisone. Mi assumo tutte le responsabilità». Con queste parole Cesare Prandelli, ct azzurro, abbandona la panchina della Nazionale annunciando la decisione in conferenza stampa dopo la sconfitta con l'Uruguay. Il presidente FIGC Abete risponde, al fianco del commissario tecnico: «Convocheremo il Consiglio Federale, spero che ci ripensi ma porterò anche le mie dimissioni in riunione, irrevocabili. Era una decisione presa prima del Mondiale, voglio togliere qualsiasi tipo di problema».. Prandelli ha poi precisato: «Anche le mie dimissioni sono irrevocabili. Da quando ho firmato il rinnovo, sono partiti attacchi come fossimo un partito politico: non rubo i soldi dei contribuenti, non ho mai rubato. Siamo l'unica nazionale che parte senza il tifo della sua gente, poi però si chiede col Mondiale di risollevare le sorti della nazione: quando siamo partiti quasi ci vergognavamo di andare al Mondiale. Abbiamo un problema di qualità: sapevamo che avremmo avuto difficoltà con certe squadre, quelle che non abbiamo avuto contro l'Inghilterra: il nostro calcio non produce più certi tipi di giocatori, e su questi dobbiamo tutti riflettere. Balotelli? Fa parte del progetto, quello in cui mi prendo le responsabilità del fallimento».

CONSIGLIO FEDERALE TRA VENERDI E LUNEDI - Ora, tra venerdì e lunedì, Abete convocherà il consiglio federale che dovrà prendere atto delle dimissioni di presidente e commissario tecnico. L'organismo che governa il calcio automaticamente decadrà, perché andrà convocata un'assemblea elettiva per la quale servono i tempi stabiliti da statuto: l'11 agosto era già prevista un'assemblea per modifiche statutarie, se non si farà in tempo per quella data si dovrà slittare a settembre, a campionato in corso. Si porrà poi il problema di chi nomina il nuovo commissario tecnico, la prima partita azzurra è quella di qualificazione a Euro 2016, a inizio settembre. Scontato che non possa essere Abete a decidere, la soluzione che si prospetta è una decisione condivisa con i rappresentanti delle componenti. Ovvero, l'ultima rappresentazione del consociativismo contro il quale si è scagliato oggi Abete. "La mia decisione di lasciare - racconta il presidente dimissionario - era stata presa prima: potete crederci o no, dipende dalla qualità delle persone farlo. I motivi sono tre: personali, per recuperare spazio alla mia vita; professionale, perchè il mio ruolo in federazione è volontaristico; e infine politico". Abete assicura che continuerà a svolgere il suo ruolo di politica sportiva, come vicepresidente Uefa e membro di Giunta Coni. "Avrò l'occasione di aprire la mia rubrica e rispondere ai tanti gufi e uccelli del malaugurio sentiti in questi anni. Alle critiche - la conclusione - sono sempre stato abituato: a certi attacchi, no" Perciò, per non rappresentare "un problema nella costruzione del progetto di rifondazione del calcio italiano di cui Prandelli, a mio avviso, potrà essere ancora il responsabile". Il dito è però puntato contro le Leghe e contro il Coni. "Il problema del nostro mondo è che tutti pensano agli interessi particolari, manca la figura di chi tutela quelli generali: basti pensare che decaduto io e decaduto il consiglio, tutte le componenti rimarranno al loro posto...Sarebbe poi servito - la 'puntura' al neopresidente del Coni Giovanni Malagò - un sostegno delle istituzioni sportive, che sinceramente in questi mesi è assolutamente mancato".



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